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Cattedrale di San Leopardo

Aperta tutti i giorni 8:00 – 12:30 / 15:30 – 19:00

Uno degli esempi più belli di architettura romanico-gotica delle Marche

Salendo via dell’Antica Rocca, verso il punto più alto della città, scopriamo la splendida Cattedrale di San Leopardo e Santa Tecla, che domina maestosa la collina. Realizzata in pietra bianca rappresenta sicuramente uno degli esempi più belli di architettura romanico-gotica delle Marche.

L’originaria struttura, risalente agli anni a cavallo tra XII e XIII sec. sorge su una primitiva chiesa del V sec. e sulle rovine di un preesistente tempio pagano dedicato alle divinità della salute, Esculapio e Igea. Nel corso del tempo subì varie modifiche senza perdere l’antica austerità, che si riflette ancora oggi nella facciata esterna.

Concedetevi tutto il tempo necessario per individuare le molteplici figure animali ed umane che decorano il grande rosone e i pregevoli portali in pietra sotto il portico. Non riscendete la scalinata senza aver prima ammirato la lunetta a destra con la Madonna in trono e Bambino e Santi Apostoli, all’ombra degli archi a tutto sesto.

Proseguite poi lateralmente verso il cortile del palazzo episcopale per accedere al solenne interno a tre navate, contornato da cinque cappelle. Gli altari della navata destra sono stati realizzati dall’eclettico architetto Costantini. Tra i dipinti e gli affreschi si segnalano opere di Gian Domenico Lombardi, Francesco Albani, Elmo Cappannari.

Una particolare menzione va fatta per la tela dell’Ecce Homo attribuita a Guido Reni nella Cappella della Sacra Spina. Lo stupore culmina quando lo sguardo viene naturalmente attratto dal Cristo Pantocratore nell’abside affrescata dal pittore romano Virginio Monti.

Se volete avvicinarvi per ammirarne i dettagli, salite le scale che portano al presbiterio. Scoprirete di camminare su un meraviglioso pavimento a mosaico in stile cosmatesco del XIII secolo con onde che richiamano simbolicamente la piscina di Siloe a Gerusalemme.

Prima di uscire, una doverosa visita spetta alla cripta del XII secolo firmata da Mastro Filippo che la portò a termine nel 1191. Cercate bene il cartiglio con la data impresso sul soffitto! E’ evidente come il maestro comacino abbia riutilizzato materiali di recupero romani e bizantini, soprattutto se si guardano i sedici capitelli delle colonne, tutti diversi fra loro, sia per decorazioni che materiale. Il paliotto dell’altare maggiore con il Sarcofago dei SS Martiri rappresenta l’Adorazione dei Magi e l’episodio biblico di Giona che esce dalla bocca della balena nella parte superiore, mentre in basso riporta sorprendentemente una scena di caccia pagana: un affascinante sincretismo culturale.

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