Fonte dell’Acqua Viva La si scorge su un lato dell’omonima via, nei pressi della chiesa dei Ss. Martiri di Roncisvalle, a 170 m slm, lungo la strada per Santo Stefano. Nei vecchi statuti è definita fonte dell’ ”acqua viola”, un’acqua ritenuta terapeutica, utilissima in particolare in caso di malattie al fegato e reni.Fonte Bernini È conosciuta dagli anziani come Fonte del Pelo o degli scopettari, perché un tempo, gli artigiani produttori di scope e spazzole, lavavano lì il pelo suino (setole). Si trova proprio sotto la curva di Via Fonte Magna, in corrispondenza del monastero di San Niccolò.Fonte di Fellonica A circa 150 m sul l.d.m., è all'inizio di via del Gattuccio. Sembra richiami il latino fullones, nome con cui si definivano gli artigiani che lavoravano la lana e lavavano i tessuti. Un tempo faceva parte del borgo di San Lorenzo e dell’omonima chiesa, poi demolita. Ecco perché alcuni studiosi ipotizzano che la fonte avesse inizialmente un ruolo sacro, per poi essere dimenticata per un lungo periodo e, successivamente, utilizzata per la concia delle pelli e come abbeveratoio degli animali.Fonte del Gattuccio In fondo all’omonima via, doveva far parte anch’essa, un tempo, del rione di San Lorenzo. Si è ipotizzato per anni che il buffo nome che definisce la fonte derivasse da qualche contadino o da qualche famiglia importante presente nella zona. Invece, dall’analisi della toponomastica, si nota la somiglianza con la Gattara, area poco distante, il cui nome per alcuni studiosi richiama "Ghettara", termine con cui nel mondo arabo si indicano dei cunicoli per il rifornimento idrico.Fonte del Guazzatore Nella parte alta dell'omonima via, là dove curva, è composta da 5 arcate. Esisteva già al tempo di Boccolino da Guzzone, l'astuto capitano osimano diventato famoso per aver sconfitto gli anconetani nella celebre "battaja del porco"Fonte Magna Tra le fonti più antiche di Osimo, è sicuramente la più conosciuta ed è addirittura citata nei documenti storici. Sembra risalga addirittura al I sec a.C. Detta “Magna”, secondo alcuni richiama Pompeo Magno, il grande condottiero romano che trascorse parte della sua giovinezza ad Osimo e che, si racconta, faceva spesso abbeverare i suoi cavalli a questa fonte; per altri il nome sta semplicemente ad indicarne la 'grandezza', sia in senso fisico che figurato, per l’importanza che si guadagnò nei secoli. Ne parla infatti Procopio da Cesarea, nelle cronache della guerra greco-gotica, raccontando come bizantini provassero invano a distruggerla perché ostacolare i Goti che non solo la utilizzavano per prendere acqua ma anche come via di fuga! Oggi resta un grande rudere semicircolare in opera cementizia, ma un tempo l'intera struttura doveva sembrare una piccola grotta, abbellita con statue e decorazioni.Fonte di Montecesa Si trova nella zona Nord, a circa 220 m sul l.d.m. Situata nel quartiere cittadino detto borgo San Giacomo è conosciuta anche come Fonte del Borgo. Fu restaurata nell'anno 1791 come risulta da una piccola lapide posta sul frontone, serviva per attingere acqua, per abbeverare cavalli e per lavare i piatti.Fonte di Porta Musone Appena fuori dell'antica porta sud di origine romana, al di sotto dei "tre pini" osimani, non conserva niente dell’antica struttura. L’importanza della sua location è però innegabile.Fonte del Tesoro e antica fonte vicina Si trova a valle della Chiesa dei Ss. Martiri di Roncisvalle, ad occidente della città. Comprende due sorgive con due bacini e tre invasi. È soprannominata del Tesoro, come la stessa via che conduce ad essa, data la ricchezza archeologica dell’intera area, dove furono ritrovati tanti oggetti e scheletri. Tra i reperti rinvenuti non possiamo dimenticare i mosaici del pavimento di una domus romana che un tempo doveva trovarsi nei pressi.